Lettera a me stesso: ” Tutti a comandare”

La nascita dei movimenti antipolitici è una contraddizione in termini. E’ come se per combinare qualcosa un antipolitico non dovesse fare politica o attuare un programma ad essa connesso. Appena eletti, costoro, si fanno notare per le loro idiozie colossali. Per sconfiggere la vecchia politica non si promuove la meritocrazia ma il nuovo a prescindere. Nuovo anche se inesperto, nuovo anche se incapace, nuovo anche se fatica ad amministrare una bancarella di angurie. Personalmente , se devo farmi operare, non me ne frega nulla se il chirurgo sia un ladro, basta che sia bravo. La tragedia è che neppure i politici di professione sono mai stati bravi, sebbene a vedere chi c’è oggi, si rimpiangono pure Andreotti e Craxi. Tanto per dirne una, il leader del maggior partito italiano non riesce neanche a scrivere una frase in italiano. Qualche tempo fa ha dovuto riscrivere lo stesso status di Facebook per tre volte senza imbroccare neppure alla terza la via del congiuntivo. Gli utenti glielo fanno notare, eppure è stato il candidato premier del movimento degli antipolitici. Ci sarebbe da discutere anche sull’idea di democrazia che è sicuramente sopravvalutata. Non invoco certamente la dittatura, ma se per diventare magistrato o dirigente bisogna vincere un concorso o fare un’esame, non capisco perchè per scegliere da chi essere governati va bene chiunque, in un paese con un altissimo tasso di analfabeti funzionali. Gente che non legge mai un quotidiano, che non apre un libro, che non approfondisce un argomento, cioè sono gli stessi che hanno il diritto di scegliere chi debba governare il paese, decidendo su questioni su cui non sanno nulla e niente vogliono sapere. Ma vieppiù, d’altra parte, è eleggibile chiunque, persino chi non sa quando è caduto il muro di Berlino o confonde la scoperta dell’America con la rivoluzione francese. Il suffragio universale è stato una grande conquista sociale, adesso sarebbe il caso a mio avviso, di fare un passo ulteriore e di abolirlo, istituendo il numero chiuso e un criterio selettivo, tanto per gli elettori quanto per gli eletti. Per dirla in breve: se sei interessato a votare o essere votato, conquistati il diritto a farlo. La questione cruciale è che da noi sono diventate indifendibili sia la politica che l’antipolitica. L’unica soluzione intelligente, per chi vuole continuare a vivere in questa sgangherata “Italietta” è quella di cambiare canale quando si vedono questi personaggi, è il maggior dispetto che si possa fare a chi viene eletto non tanto per governare la società ma quanto per diventare famoso…